Alle origini dell'arco trionfale di Santa Maria Maggiore
21 gennaio 2025

Alle origini dell'arco trionfale di Santa Maria Maggiore

Il Giubileo da poco iniziato può essere vissuto come occasione di stupore, quello che ha sempre accompagnato i pellegrini diretti a Roma, ancor prima dell’indizione del primo anno santo della storia, il 22 febbraio del 1300.

Come non prova stupore, anzitutto, di fronte ai “tesori” spirituali che la Chiesa, nell’anno giubilare, mette a disposizione dei fedeli? Sono i meriti di Cristo, di Maria e di tutti i Santi che diventano dono di misericordia attraverso la pratica dell'indulgenza.

Come non sentirsi stupiti di fronte alla misericordia di Dio, sempre pronto a spalancare le braccia all’uomo peccatore, proprio come si aprono i battenti delle porte sante?

Come non avvertire un senso di stupore a contatto con l’immenso patrimonio artistico e storico che, a Roma in particolare, ha prodotto la fede dei cristiani, intenzionati a dar vita ad opere capaci di riflettere un raggio della bellezza della fede?

Noi, cristiani di oggi - spesso intorpiditi, disillusi, stanchi - abbiamo certamente bisogno di provare lo stesso stupore degli antichi pellegrini per ritrovare slancio e per assaporare la gioia sorgiva della fede. Possiamo quindi farci romei, pellegrini diretti a Roma, non solo attraverso il pellegrinaggio fattivo, ma anche grazie a forme comunicative virtuali che, pur non supplendo alle visite “in presenza”, ci possono aiutare a preparare la mente e il cuore all’esperienza e possono nutrire il desiderio stesso di conoscere la Bellezza di cui la vita cristiana non può fare a meno.

Il viaggio virtuale prende avvio da Santa Maria Maggiore, una delle quattro basiliche papali, luogo che, a partire dal IV secolo, è il centro della liturgia natalizia. In essa tutto parla dello stupore verso il mistero dell’Incarnazione e dell’infanzia di Cristo.

Varcare la Porta Santa della Basilica di Santa Maria Maggiore, sull'Esquilino, significa immergersi nel clima di stupore che dovettero provare i cristiani del IV secolo all'indomani del Concilio di Efeso che aveva proclamato la coesistenza della natura umana e della natura divina nell'unica persona di Cristo e, insieme, la dignità di Maria, realmente Madre di Dio. Il Concilio, convocato nel novembre del 430 da parte dell'imperatore Teodosio II su richiesta del patriarca di Costantinopoli Nestorio, fu celebrato nel giugno del 431 e pose fine a lunghe discussioni teologiche che, a tratti, avevano assunto la forma di vere e proprie diatribe. Su posizioni contrapposte si trovavano lo stesso Nestorio e Cirillo di Alessandria, appoggiato da Papa Celestino I. La posizione dei seguaci delle tesi nestoriane enfatizzavano la natura umana di Cristo a discapito di quella divina; per loro Maria aveva dato alla luce l'uomo Gesù, non il Figlio di Dio (il Logos, il Verbo), ma una sorta di "portatore di Dio". Di conseguenza, Maria è Madre di Cristo, e non Madre di Dio. Il Concilio decretò che Gesù è una persona sola con due natura, dal momento che è vero Uomo e vero Dio. Riguardo a Maria si può quindi affermare a pieno titolo che Ella è Madre di Dio (Theotokos) e non semplicemente Madre di Cristo (Christotokos).

L'anno successivo alla conclusione del Concilio di Efeso, papa Sisto III decise la fondazione della Basilica che dedicò proprio a Maria venerata con il titolo di "Madre di Dio" e che costituisce il primo edificio sacro mariano della storia.

La tradizione - suffragata dalla notizia del Liber Pontificalis - ha voluto che Sisto III sia stato l'artefice della riedificazione dell'edificio sul preesistente Titulus Liberii, la chiesa fondata da Papa Liberio, il cui nome è legato al miracolo della neve in pieno agosto. Gli studi più aggiornati, anche in seguito all'analisi attenta della documentazione, hanno stabilito che la chiesa liberiana si trovava in uno spazio limitrofo rispetto all'attuale edificio, non nelle sue fondamenta.

La Basilica voluta da Papa Sisto III è, in gran parte, quella attuale, ad eccezione del grande transetto con le due imponenti cappelle laterali, la Sistina e la Paolina, e dello spazio occupato dall'attuale parte absidale.

L'abbattimento dell'abside voluta da Papa Sisto fu attuata al tempo di Nicolò IV (1288-1399) che realizzò un nuovo spazio, più arretrato rispetto all’antico, di cui affidò la decorazione a Jacopo Torriti, il più grande mosaicista dell'epoca. E così l’arco trionfale di Sisto III perse la sua funzione di introduzione allo spazio absidale, ma rimase un’incomparabile testimonianza della meraviglia dei cristiani del IV secolo verso le verità definite dal Concilio di Efeso.

La straordinaria opera è ripartita su quattro registri, ognuno dei quali racchiude due raffigurazioni disposte in forma coerente rispetto alla verità da affermare. Partendo dall'alto, il primo registro comprende la rappresentazione di due eventi che definiscono la natura divina di Gesù. A sinistra l’Annunciazione, con Maria in vesti imperiali e seduta in trono, a dire la sua altissima dignità di Madre di Dio, ritratta mentre sta “tessendo” la carne del Figlio di Dio; a sinistra la Presentazione al Tempio, con il vecchio Simeone che si inchina davanti al Salvatore e si copre le mani perché quel bambino che si appresta a prendere tra le mani è vero Dio, oltre che vero uomo.

Il registro sottostante ha la finalità di rappresentare la manifestazione di Cristo ai pagani: a sinistra troviamo pertanto l’Adorazione da parte dei magi che indossano il caratteristico berretto frigio: si tratta di un particolare che li rende immediatamente identificabili come saggi giunti dall’oriente dove si credeva che il re fosse anche dio. Dalla parte opposta si trova la raffigurazione di un episodio tratto dal vangeli apocrifi: durante la fuga in Egitto, la Sacra Famiglia entra nel Capitolium della città di Sotinen e subito crollano le statue dei 365 idoli che adornavano il luogo.

Nel terzo registro, infine, viene tematizzato il rifiuto della divinità di Cristo attraverso la figura emblematica di Erode che, di fronte alla madri di Betlemme decreta la strage degli innocenti (a sinistra) e al cospetto degli scribi e dei magi afferma falsamente di voler andare ad adorate “il re dei Giudei che è nato”.

Si tratta di raffigurazioni ricchissime di aspetti simbolici che è possibile scoprire attraverso la visione dei video sotto indicati.

Domenico Vescia